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To DO: per il 22 OTTOBRE
A: Invia il link che contiene un commento a questo articolo, anche con qualche immagne
I. Leggi «Nuove Sostanze. Manifesto della Rivoluzione Informatica» ovvero se preferisci il capitolo sostanze e, o la prima parte del volume (sino a pag. 50 "Questioni di contenuto) nel volume Introduzione alla rivoluzione informatica in architetturaLeggilo nella lingua che preferisci, se manca la tua lingua.. e vuoi puoi tradurlo.. verrà aggiunto
II. Estrapola un punto del testo e citalo in apertura del tuo articolo
III. Approfondisci commenta e sviluppa
IV. Pubblica il tuo approfondimento nel tuo nuovo SITO !!!!!!
V. Invia "il link" a Saggio e a chi vuoi nell'indirizzario
I Ciclo: L'impatto dell'informatica nella città e nella ricerca architettonica contemporanea. Il World Wide Web
Sesta Lezione:
          La Trasparenza: il catalizzatore
          dell'architettura della rivoluzione industriale - Il Bauhaus
          di Dessau
        
        
    
 
 
    
Facciamo un Mappa
        concettuale o Chart, 
        con lo scopo che ogni partecipante crei il proprio 
        e che progressivamente ciascuno lo ampli al terzo
        paradigma..quello informatico. 
        La richiesta o se volte il TO DO, non sarà più oltre
        formalizzata, ma come è ovvio è fondamentale.  
Paradigma dell'architettura rinascimentale/ Paradigma dell'architettura delal rivoluzione Industriale / paradigma informatico ? / eventualmente pardaigma BioInformatico ??
La modernità trasforma la crisi in valore e determina una Estetica di rottura e cambiamento
PROGRAMMA
Celebrativo / Omnicomprensivo
      COSTRUZIONE: struttura 
Continua / Puntiforme
      IDEA DI CITTA' 
Chiusa / Aperta
      ESPRESSIONE 
Sintetica / Frammentaria
      METODO 
tipologico, per calare dentro la forma le attività / a-tiologico a partire dalle singole attività
      VISIONE 
Figurativa / Astratta
 
      IGIENE
Ombra / Luce
Umido / Asciutto
Rugoso / Liscio
      CATALIZZATORE 
Prospettiva / Trasparenza
    
 
 
 
 
      
      Vedi il blog dedicato a Architettura e
        Modernità
      Scarica la prima parte- Su
        La lunga storia dell'Ottocento e la seconda sul Bauhaus
    
LEGGI IL CAPITOLO RELATIVO su il Il Libro "Architettura e Modernità" come approfondimento - credo sia veramente necessario per ispessire la propria formazione culturale.
In Architettura La rivoluzione dell'oggetto
Bauhaus come esempio
Il Cambiamento di tutti i parametri e la trasparenza
Fagus di Gropius 1910-1914
Programma; costruzione, concetto urbano, Forma visione, simbolismo comunicazione, concetto di progetto; Catalizzatore.
Vi è un errore in questo chart o meglio una inversione rispetto a quelo del paradigma rinascimentale. Quale è?
In questa lezione, che è quella che conclude il primo ciclo "L'impatto dell'informatico nella città e nella ricerca architettonica contemporanea" affronteremo in termini architettonici specifci i temi affrontati in questa edificio chiave.
1. Superamento dello schema morfologico per blocchi e vie per una libera conquista dello spazio
1. Superamento dello schema morfologico per blocchi e vie per una libera conquista dello spazio
2. Il movimento meccanico "come una biella" - Giulio Carlo Argan - conquista lo spazio
3. L'oggetto frammentario (paesaggio contemporaneo) si propone come strategia della visione. Diventa valore. La relatività einsteiniana è una pseudogiustificazione critica (oggettivo nella critica?). Ma oggi è una strada morta.

VediFilM Metropolis 1925 di Fritz Lang
4. Il neoplasticismo si e no
5. La logica delle funzioni
.
6. La rispondenza esterno/interno "oggettiva"


7. L'estetica dell'oggettività:

E la crisi come valore che suscita una estetica di cambiamento? In che senso?
Weimer/ Dessau
Approfondimenti
            a cura degli Studenti
          Sia sul tema della Lezione Il Bauhaus sia
      sul testo "Nuove Sostanze"
    
Andrea lucio Posteraro 2023 intrigante
        approfondimento
      
    
Mirko Sciarroni Tratta e approfondisce il tema della iper funzionalità
http://mirkosciarroni.altervista.org/approfondimenti.html#appr2
 
 
Leonardo Bordoni It caad 2019. E Se Sempre più persone andrananno a vivere in Edific alti.. questo comporta sempre più spazio Sistema??
Caro Bordoni,
il suo commento si lega al recente stop a New York al ritorno dal Puero Rico. Ho visto un impressionante development verticale (hudson Yards) il più grande mai realizzato. Studiandone il piano urbano ho ricordato la mia ammirazione per le ultime opere di Helmuth Jahn che be esprime il concetto dh un edifcio deve essere in grado di rispondere tanto alla scala urbana (è bravissimo nei creare spazi pubblici e di mediazione) che dal punto di vista della performance tecnologica.
Qui per esempio una breve intervista ma può approfondire se crede
https://www.apartamentycosmopolitan.pl/en/architect/
Un altro consiglio è di vedere, sempre per quant riguarda il suo interesse per gli edifici alti, il lavoro di ODA architects veramente molto bravi e sensibili nel tema dell'edificio alto
Da qui una buona selezione di progetti su Arch Daily
 
 
 
 
Savina Leggieri ITCaad 2016 ">>>>
Interessante ruflessione sulla Modifica del Concetto di Trasparenza. Il bandolo del problema è che nella tradizione Modernista la Traperenza è oggettiva (è rivelazione oggettiva) del mondo nel mondo contemporaneo la trasparenza, è soggettiva e contestuale.. alla fine è come ha capito ta i primi Jean Nouvel .. Illusionistica, L'opposto esatto di Gropius.
 
    
Francesca Orunesu ITCAAD2015
E se i vuoti urbani fossero i vuoti nei manifesti di Rotella? Una interessante osservazione...
 
 
Stefano Panici Cab2015
propone un interessante approfondimento su come walter Gropius ripensa e ritrova nel Buhaus l'architettura Giapponese Leggi
Selenia Marinelli IT CAAD 2014 
      pone l'accento sul ruolo anti-gerarchico del rapporto con la
      natura di oggi 
IF ... THEN!! Federica Tassetti IT CAAD 2014 ... dice con chiarezzea quello che c'è da dire " ..Se non si riconosce.. Se non si capisce.. Se non ci si rende conto ! allora.... "

Marta Gioffrè ITcaad2014
La crisi dell'aumento della pubblicità sul contenuto! (quindi noi in percentuale valiamo di più!)
Vittoria Zompa IT caad 2014 Fa la storia a partire da Urban Voids

Martina Dedda iT Caad 2014
Sui sistemi complessi
Valentina Nunnari It Caad 2014
D'accordo serve una chiave.
Fa una dettagliata speigazione delle trasformazini della città di Barcellona a Partire dall'articolo Nuove sostanze

giorgio scrocchia itcaad2014
Propone nel commento a Nuove sostanze una giusta differenza ..

Filippo Iacobucci ITCAAD2014
Un approfondimento molto denso in cui si riprende la struttura citazione commento, trovando molti materiali interessanti ed originali da Leopardi a Calvino
 
 
....Ecco appunto che l’architettura è un sistema polifasico 
      
      IT CAAD 2014 Carmelo
        Radeglia 
Quindi l’Architettura si è attivata in un nuovo spazio interstiziale (il fluido digitale come il liquido interstiziale) attraverso nuovi modi di concepire lo spazio (nuovi paesaggi mentali come la presenza di vuoti, d’aria) in una dimensione reale che è rappresentata dal carattere urbano-paesaggio esistente di una qualsivoglia città. Ecco appunto che l’architettura è un sistema polifasico come lo è un terreno composto da aria, liquido e scheletro solido.Ma lo è, ora, immerso non in un sistema lineare di fasi ma in uno a rete dove ogni informazione è importante alla progettazione, esecuzione, fruizione.
Maria Pia cosentino 2010
      Sostanza di cose sperate...
Bauhaus Golnaz Ebrahim foto original del bauhaus febbraio 2012
 
 
 
 
 

http://mariapiacosentino.blogspot.com/2010/04/sostanze.html
      
    
Davide Motta 2010
Sul dislocamento del luogo
http://davidemotta.blogspot.com/2010/04/commento-allarticolo-nuove-sostanze-di.html
PS
AS 2009
Come dicevamo tutta le lezione serve a creare un parallelismo tra architettura rinacimentale (contestuale, umanistica, dell'umanesimo che altra parola possiamo usare) e quella industriale e poi informazionale. Questo vale contemporaneamente per gli strumneti adoperati nei vari momenti, giusto? Su questa questione specifica esiste un libretto, vedibile sono on line

Apporti critici sul Bauhaus
consigliati da mehmet sinan bermek 2009

Il filmato è effettivamente di grandissimo livello. Io come tutti gli altri siamo molto grati del suggerimento, Mehmet!
Ps.Questo non vuol dire che non vi siano anche cospicui errorucci. BauHaus non vuol dire "Art of building" ma casa della costruzione, l'edificio di weimer ha meriti ! è progettato da Van De Velde! eccetera, ma questi errorucci non inficiano la qualità complessiva del prodotto, che è straordinaria!
As ECCOLO IL'OTTIMO FILMATO SUL BAUHAUS >>>
Francesco Faccini 2009
Pietre e Ponti
Riferendomi alle lezione5 – “Catalizzatore”, e in particolar modo all’idea di Architettura “Rinascimentale”, e quindi di “A. tipo” e di “città chiusa”, pensavo all’ironia ed alla similitudine che ho trovato ricordandomi quando il Marco Polo, di I. Calvino nel libro Le città invisibili, rivolgendosi a Kublai Kan gli spiega cos’è un ponte.. :
“ Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
- Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.
- Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra, - risponde Marco, - ma dalla linea dell’arco che esse formano.
Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge:
- Perché mi parli delle pietre? E’ solo dell’arco che m’importa.
Polo risponde:
- Senza pietre non c’è arco.”
Credo che questa piccola parte del libro sintetizzi o meglio possa rispecchiarsi (anche per altri aspetti come lo strumento in architettura ad esempio, ecc..) nella parte della lezione di oggi su il “parallelismo” tra architettura “rinascimentale” ed “industriale”, e quindi l’Idea di “staticità” e di “dinamicità”, di costruzione “continua” e “discontinua”, di “prospettiva” e “trasparenza”..
Insomma professore oggi siamo straconvinti che un ponte si può costruire anche senza pietre, e che la sua estetica si rivolge alla sua trasparenza e alla sua elasticità, e che la sua architettura si muove per punti..sarà forse che per superare la “crisi” sarebbe come oltrepassare-attraversare un “vuoto”, che nasce proprio dall’idea che si ha della sua costruzione “A. Tipo”, e quindi impossibile se non progettando un ponte.. nuovo?!!..o trovare una via nuova?!!..
AS: Poli e Ponti
Interessante, bisogna anche pensare a Calvino medesimo, così
      analitico nella scrittura, cosi limpidamente preciso!
      Per lui è inconcepibile Non partire dal mattone!
      Il Polo_Calvino non ha altra risposta praticabile
A presto
      As
Lo spazio Legante e multi funzionale di Zaha Hadid
Savina Leggieri 2017

Eco sostenibilità
Stefania gori 2006
L'opera, di cui durante
      la spiegazione del mio autoritratto non ricordavo il nome, e che
      secondo me è avvicinabile per alcuni aspetti ai lavori del Rural
      Studio è: la casa di S. Wigglesworth e J. Till, in DOMUS n° 843,
      Dicembre 2001, pag.64-75. E' una residenza che coniuga
      eco-sostenibilità ed il riciclaggio dei rifiuti costituiti dai
      materiali da costruzione.
    

Marta Moccia 2006
Leggi tutto>> http://digilander.libero.it/marta_moccia/

Vuoto Metrico sì, ma digitale
Maria Ragosta 2006 <maria.ragosta@lycos.it>
http://digilander.libero.it/mary.rag/commentoaNuoveSostanze.html
      
        "È permeata con forza in questi ultimi dieci-quindici anni una
        concezione spaziale che ha come motore un'idea concertata di
        interno-esterno che fa dello spazio pubblico un elemento
        altrettanto fondamentale dell'architettura. A volte abbiamo
        parlato di vuotometrico: l'architettura è fatta di concerto con
        lo spazio che conforma, la vita interna si travasa con
        naturalezza in quella esterna. (...) Interno ed esterno sono
        annullati come entità distinte in un flusso continuo che
        vorticosamente ruota su stesso."
      
        Immaginiamo di graficizzare i flussi di persone che ogni giorno
        sono in movimento nelle città del mondo; per quanto sia
        impossibile, l'idea-immagine che si forma nelle nostre menti è
        quella di una serie di blob di colori continuamente variabili
        che si muovono fluidamente lungo le strade, che fluidamente
        entrano negli edifici e ne escono nuovamente. L'idea di fluidi
        in movimento descrive perfettamente lo stretto rapporto che c'è
        tra gli spazi pubblici o privati interni degli edifici e il
        resto della città, ovvero gli spazi pubblici esterni. Non si può
        fare a meno di pensare allo spazio architettonico come la
        fusione, la continuazione fluida di uno spazio
        aperto-chiuso-aperto. Uno stesso edificio può essere costituito
        da spazi chiusi che improvvisamente si aprono per poi
        richiudersi in se stessi. La città non è semplicemente un
        tessuto in cui strade si incrociano formando lotti sui quali
        vengono realizzati gli edifici. La città è un'entità più
        complessa, in cui le strade, i corridoi esterni entrano negli
        edifici diventando corridoi interni, distribuendo continuamente
        i flussi di persone. Una delle innovazioni introdotte dalla
        Information Technology riguarda proprio la concezione di spazio;
        esso non è più inteso solo ad un livello fisico-materico, ma
        astratto, in una parola virtuale. E' lo spazio di Internet, è lo
        spazio globale. E' dunque limitativo oggi pensare al binomio
        interno-esterno, dal momento che l'interno può essere collegato
        con un mondo esterno anche lontano migliaia di chilometri, senza
        limiti spaziali. Oggi la maggior parte degli edifici pubblici e
        privati ha una rete di connessione ad Internet. Questa
        innovazione se da un lato permette di non avere limiti
        all'informazione e alla comunicazione, dall'altro può in un
        certo senso sciogliere il legame fluido interno-esterno, perchè
        a volte le persone tendono a cercare sempre più lontano dalla
        propria città lo spazio esterno ideale, sicuramente perchè non
        riescono a vivere quotidianamente il loro. L'Information
        technology qui interviene di nuovo e lo spazio esterno ottiene
        il suo riscatto grazie alla tecnologica wireless di collegamento
        ad Internet; in questo modo l'interno e l'esterno si fondono di
        nuovo. Ovviamente non è Internet la parola d'ordine del concetto
        contemporaneo di spazio architettonico. E' però vero che essendo
        concentrata in tutti i prodotti della società contemporanea una
        percentuale elevatissima di informazione, ed essendo dunque il
        terziario quasi sostituitosi al settore primario, è palese come
        lo spazio architettonico debba permeare di una superficie che va
        al di là delle pareti architettoniche. Dunque proprio il
        concetto di società continuamente in movimento e continuamente,
        tecnologicamente, informata deve guidarci verso una
        progettazione architettonica che generi uno spazio in grado di
        districarsi nei corridoi della città trasformandosi
        continuamente.
Due Guggenheim a Confronto
di Alberto Lelli 2006 leggi >
.. a legare in una passeggiata il cielo con l’acqua, calata nella “città dove l’architettura non esiste”, “ideale … per l'architettura dell'era della macchina … nell'immagine dell'albero”. (F.L.W.) ...

Urbanscape dal Perù Machu
            Picchu a Nuove sostanze
      di Lorenzo
          Mastroianni 2004
         
"Oggi lo sviluppo scientifico e tecnologico e le comunicazioni tra i popoli consentono il miglioramento delle condizioni locali e offrono maggiori possibilità di risolvere i problemi urbani ed edilizi. Il cattivo uso di queste possibilità porta spesso ad adottare materiali, tecniche e forme dettati dalla moda o da un'intellettualistica inclinazione alla complessità". [Zevi 1977]
"Il tema di fondo di questo scritto è che il rinnovamento dell'architettura che stiamo vivendo in questi ultimi anni e in cui questa rivista si inserisce, non è solo un fatto di gusto, di moda, di linguaggio ma che stanno affermandosi, appunto, nuove sostanze e con esse nuove crisi ed opportunità".[Saggio 2000]
Sono partito da questo botta e risposta tra ciò che è scritto al nono punto della Carta di Macchu Picchu, sottoscritta il 12 dicembre del '77, a conclusione del convegno internazionale svoltosi a Lima e a Cuzco in Perù, e redatta da Bruno Zevi e l'incipit del testo Nuove Sostanze del Prof. Antonino Saggio . Entrambi i testi hanno insito (in quello di Saggio in maniera esplicita) un postulato: "Quel che a noi importa non è il "che cosa" ma unicamente e solo il "come"" [Mies Van der Rohe]. E' proprio su questa ricerca che Saggio sviluppa il suo scritto volgendo lo sguardo al paesaggio, alla comunicazione, all'iperfunzionalità, allo spazio sistema e alla rivoluzione informatica.

Nuove sostanze hanno bisogno
            di nuovi luoghi...
      o ancora
            nuovi luoghi e situazioni e modi di vivere contribuiscono a
            creare nuove architetture fatte di nuove sostanze...
Nuovi luoghi sono soprattutto le piazze, non le piazze dei nostri nonni, in cui si andava a piedi, per caso, passeggiando, per essere spettatori della vita che girava intorno, diventando a propria volta attori. Quelle piazze, o almeno la maggior parte di esse, sono ora solo un nodo viario, di chi passa senza fermarsi, o si ferma per parcheggiare, per poi recarsi in quelle che sono oggi le nuove piazze: centro commerciale, multisala, centro polisportivo, stazione ...; qui ci si incontra solo se ci si è dati un appuntamento, e se si ha qualcosa da fare: shopping, film, sport, viaggio ..., in pratica i nuovi culti, catalizzatori delle relazioni sociali, che hanno bisogno di nuove cattedrali.
Nuovi nomi: si rompe il legame tra oggetto/funzione/forma/nome... se lo zoning non esiste più, scompaiono i nomi con cui si descrivevano le zone omogenee. Come definire un edificio che parte alcuni piani al di sotto del suolo, iniziando come stazione e parcheggio, ma che, man mano che sale contiene, uno spazio per informazioni, un accesso sotterraneo che porta direttamente all'ingresso di un teatro, e che nel percorso ci mostra in una teca i frammenti fittili rinvenuti durante il cantiere, e poi negozi, ristoranti, uffici, poliambulatorio, e perché no, sul terrazzo un campo di calcio ed un eliporto?
Continua nel sito di
              Maria Valentina Cortinovis 2003 VAi http://mvcortinovis.interfree.it/
    

vai http://members.xoom.virgilio.it/fr_lai/pagina3.htm
    
SHOPPING MALL
      I NUOVI CONTESTI PERFORMATIVI DEL CONSUMO
      di Massimo Canevacci ( 1997   Attraversamenti, 
      Milano-Genova, Costa &
      Nolan)
(...)Gli
        shopping center esprimono al massimo l'ambiguità odierna
      pubblico/privato. Sono un formidabile indicatore
        del mutamento verso un
      consumo visuale, verso un nesso, merce/consumer di
        tipo performativo.
      Dissezionarli significa penetrare dentro le
        interiora della postmodernità.
      Gli shopping centers sono i luoghi pubblici che
        dissolvono il concetto di
      pubblico e lo trasformano in attore spettatore:
        parte in audience, parte in
      performer. (...)
      Negli shopping centers  non c'è più pubblico:
        tale concetto apparteneva alla
      piazza, donde la nostalgia verso questo luogo
        della modernità che fondava le
      relazioni sociali e la politica. (...)
      La piazza, il teatro, la fabbrica: sono tutti
        elementi strutturali che hanno
      dato senso e visibilità, conflitto e passione ad
        un'era -quella moderna- che
      si è dissolta nell'aria, o nell'etere.(...)
      Lo shopping è il cuneo che si è insinuato dentro
        queste pieghe.
      le teorie classiche dell'economia, infatti,
        affermavano essere il lavoro a
      produrre valore. Ma qui e ora il problema è il
        consumo. Il problema della
      nuova economia si concentra nel consumo e nella
        comunicazione e assume i
      contorni inquietanti ma mobili dei mall.(...). Ciò
        implica il passaggio dal
      rapporto macchine/grande industria, al rapporto
        consumo/comunicazione.
      Metropoli come flusso comunicazionale senza
        confini..
      (...)Lo shopping caratterizza la città
        post-industriale come la fabbrica
      caratterizzava la città industriale. L'ideazione e
        la progettazione delle
      nuove forme della metropoli sono politica.
        L'architettura assurge a un
      livello di politicità come mai nel passato. Il
        nesso politico è semiotico:
      Architettura tra funzione simbolo e segno.(...)
      Quando forme diversificate di consumo si
        assemblano dentro un unico spazio
      panoramico, il megacenter, quest'ultimo produce
        tempo libero; produce e
      scambia comunicazione; produce, scambia e diffonde
        cultura; produce,
      scambia, diffonde e incorpora emozioni.
    


Andrea di Laurenzio 2003
            andreo@tiscali.it
      anche
          sotto l'influenza di una programmazione controllata spesso nel
          campo infrastrutturale vengono soddisfatti aspetti prettamente
          funzionali come il controllo di pendenze, verifica di
          larghezza di sezioni stradali, componenti per la sicurezza,
          dimensionamento delle strutture portanti, che loro malgrado
          trasformano il paesaggio ma soprattutto sono generatori di
          spazi definiti di risulta, poichè ignorati a priori nel
          progetto. ecco dove si spinge la stratificazione della città,
          il tentativo della pianificazione di viaggiare sullo stesso
          vagone della evoluzione di una società quando invece di
          esserne promotore o indicatore, si accontenta di alleviare le
          pene di un passato inadeguato. la storia, che prima ci
          insegnava a rinnegare il nostro passato prossimo, ora ci aiuta
          a riconoscere i valori e soprattutto le potenzialità che ci
          sono state lasciate. accettiamo questi lasciti per guardare
          attraverso i layers sovrapposti per scoprire o inventare nuove
          direzioni per l'architettura. un viaggio introspettivo in una
          dimensione che abbiamo chiamato in between proprio per il suo
          stare  tra realtà che a volte non sono neanche in
          relazione ma ciononostante condizionano il nostro modo di
          vivere.  Continua Su
      http://www.geocities.com/andreo_dila/corso.html
    

La
        definizione stessa di sostanza ci aiuta a capire come l'avvento
        dell'informatica cambi completamente lo scenario
        dell'architettura.La sostanza è "l'essenza o il principio
        permanente di per sè,al di là di ogni mutamento o divenire".Ma
        il mutamento portato dall'informatica oggi e dalla macchina
        nella rivoluzione industriale,è talmente forte da stravolgere e
        riazzerare tutto, tanto da mettere in CRISI la SOSTANZA e a
        farne nascere di nuove.Una delle sostanze fondamentali mutate
        riguarda la comunicazione. Ci sono nuove esigenze comunicative
        espresse mediante messaggi narrativi:"Il momento comunicativo
        <..> può essere una narrazione che pervade l'essenza
        stessa dell'edificio e si connatura intimamente nelle sue
        fibre".A proposito di ciò, il ciclo "Coltivatori della mente",
        mi fa pensare ad una installazione video dell'Elastic Group per
        le arcate degli ottocenteschi ex granai di Firenze denominata
        Eye recorder : "una serie di occhi notturni ingigantiti
        diventano un organismo vivo che osserva controlla registra dati,
        immagini, esperienze. Lo spettatore diventa l'opera creata dallo
        sguardo della videocreatura". La clip presentataci ci mostra in
        una determinata sequenza questa immagine:
      Segue Qui
      http://web.tiscali.it/arch_er/1_remark_nuove%20sostanze.htm
    
Michele Lisena 03
Quindi la nostra è una sfida che si gioca e si giocherà tutta nella progettazione e nel ripensamento degli spazi interstiziali delle nostre città. Ma come le "italiche" città risponderanno a questa sfida? E' difficile pensare ad una architettura, vista come "ferraglia contorta" che spaventa, che si insinua nelle maglie dell'esistente e del preesistente delle nostre antiche città , che intende "utilizzare" e "rilanciare" gli oggetti preesistenti e naturalmente antichi con conseguenze, su questi ultimi, inevitabilmente e profondamente, drammatiche. E come questa nuova sfida intenderà fare i conti con la cultura del "Restauro"?
Continua qui
      http://web.tiscali.it/michele.lisena/NuoveSostanze.htm
    
Salvatorluca Tallaro 03

Vai http://members.xoom.virgilio.it/web_lab/logbook.htm
Divagazioni
        Antiaccademiche
      Federico Pitzalis 03

Vai http://web.tiscali.it/fellis/nuove%20sostanze.html
    

Sequ qui http://members.xoom.virgilio.it/dominellicoo/comment.jpg
Informazione Natura o della
            Mimosa Pudica
      Luca
            Biagini 03

"L'uomo della civiltà post-industriale ed elettronica può rifare i conti con la natura (...) diventata molto più complessa (...) sondata anche dagli architetti con occhio antiromantico attraverso i formalismi nuovi della scienza contemporanea."
- Si parla di architettura e
            morfogenesi, architettura e bioingegneria, architettura e
            natura nei suoi contenuti più viscerali.
      - Teorie
            nate dalla biologia e tradotte in equazioni non lineari
            permettono lo sviluppo di superfici complesse.
      -
            L'informazione, fattasi architettura, codifica le nuove
            modalità di un ritrovato rapporto uomo-natura.
Perché allora non partire dall' "informazione-natura"per esperire nuove sensazioni e suggestioni tra uomo e architettura?
Cito un esempio ludico: quello della "mimosa pudica" (nota nell'ambiente botanico con il nome di mimosa sensitiva), capace di interagire con l'ambiente esterno in quanto dotata di movimenti fotonastici (legati alla luce)e seismonastici (dovuti a stimoli esterni).
Se il carattere della "mimosa pudica" entrasse nelle viscere "dell'architettura dell'informazione"sviluppandone gli aspetti sensoriali e facilitando l'interazione con l'uomo?
http://members.xoom.virgilio.it/lucabiagini/commenti/nuovesostanze.htm
In questo nuovo sistema architettonico si perde completamente l'idea della triade archetipa di basamento elevazione e coronamento che tendono dunque a fondersi in un'immagine architettonica diversa e completamente nuova. Risulta difficile riuscire a distinguere le categorie tradizionali di interno ? esterno, destra ? sinistra, sopra ? sotto e pensare ad una costruzione organica in cui ci sia "l'idea dello spazio interno come motore dell'architettura".
In questo contesto l'architettura deve ridefinire la propria identità ripartendo proprio dalla sua negazione; se pensiamo che il concetto base dell'architettura fino ad ora sia il "costruito", di conseguenza si dovrà partire proprio dal "non costruito" e basare dunque l'architettura presente e futura proprio su tale concetto.
Segue http://members.xoom.virgilio.it/ale_kki/nuovesostanze.htm
Alessandro Casciotti 03
    
... coloro che ne hanno
      viste così tante da non avere più voglia di imparare qualcosa di
      nuovo, stanchi di lottare per essere al passo, demonizzano la
      nuova travolgente architettura, a volte senza essersi troppo
      sforzati per comprenderla. Ma quando il potere sarà nelle mani
      delle nuove generazioni, svezzate a base di antichi saperi e
      circondate da input stravolgenti, tutto ciò sarà la norma ancora
      una volta, mentre intorno a loro qualcuno disegnerà astronavi in
      pelle di canguro.
      Gli schemi, i tipi cambiano, ma sempre e comunque producono
      messaggi più o meno interpretabili dai visitatori, a seconda della
      volontà di chi progetta. Il senso di sicurezza trasmesso da un
      edificio costruito in modo comprensibile nelle sue funzioni e nei
      suoi spazi, riflette le aspettative di una generazione che cerca
      stabilità, ma ben presto ci si annoia anche di questo, e si
      cercano nuovi stimoli. Si vuole essere sorpresi, scoprire a poco a
      poco, e ogni volta rimanere abbagliati. Il "sensazionale" nel
      senso di stimolazione di più sensi contemporaneamente diviene
      centro di nuove ricerche.
      Non esistendo questa volta un vocabolario in grado di tradurre gli
      spazi dell'architettura, la comprensione rimane per un numero
      limitato di fruitori, mentre la massa si aggira specchiandosi
      compiaciuta nelle pareti del Guggeneim, percependo che qualcosa di
      strano è avvenuto, ma cosa? Però è divertente, stimolante e lascia
      addosso una sensazione...
      La logica è forse quella pubblicitaria "edificio manifesto di se
      stesso" ( d'altra parte si tratta di leggi dell'economia:
      probabilmente nel fare il bilancio finanziario i promotori avranno
      fatto un calcolo del tipo: +sensazionale = + turismo). Il punto è
      proprio questo: una logica c'é. Non come sostengono i più
      retrogradi che si chiedono che bisogno c'è di tutto questo, quando
      per secoli i modelli tradizionali hanno funzionato benissimo.
michela de licio
"Insomma bisogna vedere "che" comunicazione si vuole e noi crediamo che si possa perseguire non solo la celebrazione bolsa del potere, politico o economico, magari dittatoriale o monopolistico, ma anche un.
" nuovo sentire." --------Nuove sostanze, Manifesto per un'architettura dell'informazione, A.Saggio
Corpo immateriale,
      spazio di terza natura ambigua. Nè vuoto, nè pieno, nè interno, nè
      esterno. Questo è quanto costruisce o sottrae l'architettura. Nel
      cuore della rivoluzione informatica, oggi, si può guardare
      dall'occhio del ciclone il vortice del vecchio ordine essere
      spazzato via. Restano frammenti, in cerca d'identità. Dall'
      equilibrio instabile di chi si trova nel vuoto ( in caduta libera
      o inalchemica sospensione? ) questi frammenti ci parlano ancora di
      qualcosa di conosciuto e già preannunciano qualcosa che sarà. La
      crisi incastrata tra questi due momenti, è l'attimo d'incertezza.
       
da Qui http://cybereye.supereva.it/ l
      vAndare poi in appunti e cercare una ottima ragione per boicottare
      supereva!!
    
Fabrizio Pistilli 03
       
       
       
       

Segue Qui http://members.xoom.virgilio.it/fabrizio972/approfondimenti.htm
Media Trasparenti?
      
Susan  Berardo 2003
       
il concetto è quello di ritenere che il filtro della finestra comune è oggi superato dalla forza mediatica della comunicazione televisiva e di internet: io in tempo reale attraversando una "finestra mediatica" annullo le distanze spaziali e posso relazionarmi con fisicità distanti. Quindi in un certo senso il mio campo visivo è potenziato all'infinito e supera le capacità visive che il mio occhio avrebbe solo affacciandomi da un normale finestra, inoltre attraverso un medium televisivo vedo senza essere visto, ho una trasparenza univoca mentre guardando fuori di un vetro stabilisco una relazione biunivoca tra chi guarda e chi è guardato.....insomma i mezzi moderni superano la trasparenza per ampliarla all'ennesima potenza!
"Adoperando una formula
      sintetica diremmo che dall'idea di spazio organo
      si stà passando a una concezione di spazio sistema"

      Gli edifici non vengono più concepiti come delle
        perfette macchine funzionanti,
      ma come un insieme interagente di volumi, spazi,
        percorsi, interrelazioni che
      creano nuova permeabilità, aprendo in questo modo
        nuove occasioni di utilizzo,
      con la consapevole tendenza a modellare una scena
        sempre più dinamica,
      frammentaria ma non più statica, sinonimo di una
        ricerca di sviluppo di nuove
      socialità.
      Non esiste più una separazione di metodo tra la
        conformazione dello spazio
      interno ed esterno, non esistono più spazi di
        distribuzione che, per quanto
      complessi ed efficienti che siano, rimangono
        comunque meccanici, ma si
      conformano ricchi interni che diventano dei luoghi
        di incontro e scambio sociale,
      vi è un sentire unico tra interno ed
        esterno.Questo sentire unico che ha dato vita
      ad alcuni dei più importanti progetti,tra cui
        possiamo ricordare l'Aronoff Center di
      P. Eisenman,la Scuola di Architettura di Rennes di
        Patrick Berger,la Scuola di
      Ingegneria a Albi-Carmaux di
        Architecture Studio.
      Diventa importante quindi anche la concezione di
        spazio come rete continua tra
      interno ed esterno,come non ricordare la Palazzina
        del Girasole di Moretti dove
      nell'atrio ci imbattiamo in una natura dalla quale
        non si può scappare, dove vi è
      una compenetrazione tra i due mondi.
      Spazio come motore di ricerca,nel senso di partire
        dal concepire spazi come
      fossero dei nuclei allo stato primordiale, nuclei
        che una volta sviluppati mi
      andranno a conformare il costruito.
    
In questa occasione anche un test/sondaggio sull'uso del termine Funzionale e alcuni approfondimenti originali sulla visione orizzontaleVai al Link

       
       
       
      Autori: Ravà/Vulteggio.
Il cinema: la "finestra
      a nastro".
      Forse non è un caso che il cinema muova i suoi primi passi "
      ...nel periodo di più intensa frammentazione e meccanizzazione
      dell'età industriale..." (McLuhan); e forse non è un caso che
      proprio negli anni successivi la Prima Guerra, quelli in cui il
      cinema trova definitivamente una propria estetica 
      liberandosi della dimensione artigianale e diventando la "decima
      musa", maturi il nuovo linguaggio architettonico di cui il Bauhaus
      è il manifesto. La similitudine con la finestra a nastro è forse
      un po' forzata, ma mi sembra veicoli efficacemente la relazione
      tra meccanizzazione, segmentazione, dilatazione del quadro visivo
      e dinamismo.
http://members.xoom.virgilio.it/mnesicle/Documenti/diariodibordo/sestalezione.htm

In questa occasione anche un test/sondaggio sull'uso del termine Funzionale e alcuni approfondimenti originali sulla visione orizzontaleVai al Link

        
        
        
Il cinema: la "finestra a nastro". 
      Forse non è un caso che il cinema muova i suoi primi passi "
      ...nel periodo di più intensa frammentazione e meccanizzazione
      dell'età industriale..." (McLuhan); e forse non è un caso che
      proprio negli anni successivi la Prima Guerra, quelli in cui il
      cinema trova definitivamente una propria estetica 
      liberandosi della dimensione artigianale e diventando la "decima
      musa", maturi il nuovo linguaggio architettonico di cui il Bauhaus
      è il manifesto. La similitudine con la finestra a nastro è forse
      un po' forzata, ma mi sembra veicoli efficacemente la relazione
      tra meccanizzazione, segmentazione, dilatazione del quadro visivo
      e dinamismo. 
http://members.xoom.virgilio.it/mnesicle/Documenti/diariodibordo/sestalezione.htm
