Graduation Thesis/Tesi di Laurea

 

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Antonino Saggio I Quaderni

Sapienza, Università di Roma, Facoltà di Architettura

 

Questo progetto fa parte della ricerca della Cattedra di Antonino Saggio
Tevere Cavo una infrastruttura di nuova generazione per Roma tra passato e futuro
pubblicata nel 2016 in questo volume:


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P.e.r. FLAMINIO
Parco Energie Rinnovabili e campus per l’educazione e la coscienza ecologica al Ponte Flaminio, Tevere cavo, Roma

Federica Tassetti
AA 13-14 Tesi discussa il 25 marzo 2015
Relatore Antonino Saggio

 

L’idea che muove il progetto è ridisegnare contemporaneamente le due sponde del fiume nella zona tra il ponte Milvio e il ponte Flaminio a Roma attraverso una grande proposta unificante dal punto di vista funzionale: quella di un PER (Parco delle energie rinnovabili). All’interno del parco prendono spazio tanto attività ludiche e per il tempo libero come grandi piscine o sentieri e piste ciclabili, quanto parti che rendono attiva la cittadinanza (attraverso per esempio la presenza di orti urbani) sia settori in cui sperimentare e avere in uso diverse tecnologie per fonti energetiche alternative. L’uso e la sperimentazione di queste tecnologie intende promuove e sensibilizzare verso una consapevole cultura della sostenibilità l’intera cittadinanza di una grande città, ma anche abituare all’idea del loro utilizzo multitasking. Le varie tecnologie presenti nel parco si offrono così sempre all’uso energetico primario, ma anche ad una variegata funzione di usi accessori e secondari.

Nasce da questo insieme di ragioni il Parco per le energie rinnovabili al ponte Flaminio. Il luogo è caratterizzato oltre che da presenze storiche ed ambientali anche dalla coincidenza di tre grandi infrastrutture che in questa zona si intersecano: quella naturale del Tevere, quella energetica della falda sotterranea - una scoperta compiuta dal professor Franco Barberi nel 2002 e che rivela la presenza di un fiume sotterraneo con temperature e caratteristiche fisiche ideali per scopi energetici - e quella carrabile del viadotto di corso Francia e del suo ponte. L’incrocio di queste tre diverse infrastrutture nell’area del parco, l’inserimento in un disegno unitario di altri progetti Tevere Cavo proposti nelle adiacenze del parco o al suo interno, il disegno variato, ma unitario delle due sponde nell’intento di riattivarle e riconnetterle sono le caratteristiche fondamentali del progetto che per alcuni aspetti ha importanti precedenti, ormai realizzati in diverse città come l’Albert Park a Kortijk in Belgio, il Rio Manzares a Madrid o il Gardens by the Bay a Singapore.

Il parco con i suoi flussi organici abbraccia e accoglie differenti “spot” di energia, che a loro volta offrono ai fruitori del parco attività ludiche culturali e sociali necessarie per permettere alla città di riappropriarsi del suo fiume.
Il progetto si pone anche l’obiettivo di affrontare il problema delle piene alluvionali che spesso coinvolgono l’area. Contemporaneamente all’utilizzo di strumenti di salvaguardia di tipo passivo, che grazie ai terrazzamenti isolano gli oggetti architettonici dalle possibili inondazioni, il progetto prevede anche atteggiamenti di tipo attivo, come l’utilizzo delle water square che fanno da serbatoio durante le precipitazioni e da luoghi di svago in periodi asciutti o l’uso del viadotto di corso Francia come grande collettore di acque piovane, creatore di energia con elementi piezoelettrici sotto il manto stradale ed elementi di purificazione dell’aria con la messa a dimora di alghe speciali lungo i guardrail.
Importante per completare il lavoro che il parco innesta è la realizzazione di un campus in cui scuole o associazioni possano alloggiare per alcuni giorni, vivere le dinamiche presenti del parco, sperimentare e studiare tecnologie innovative.
Il campus si compone di tre volumi principali intrecciati su una radura-piazza. la parte più a nord è destinata in una parte ad aree private come aule studio e alloggi, quella verso est ad aree tecniche come i laboratori ed infine quelle a sud vero il Tevere a zone destinate al pubblico con ristoranti e gallerie artistiche.
Il campus si integra nel panorama del parco lasciandosi interamente sormontare da un letto verde calpestabile ed ha scelte architettoniche che alternano grandi vetrate e serre a parti piene in un semplice alternanza tra pieni e vuoti ad andamento orizzontale.

 

 

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L'Arca # 278 , International Architectural magazine published the strategy of the Urban Green Line and this this project-

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