
Teorie Metodi
              Strumenti per l' Informatica
              in Architettura
            ToLine Una
            Nuova Linea 2 tra Piazzale Flaminio e Piazza Mancini, Roma
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      http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/
      
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I Ciclo: L'impatto dell'informatica nella città e nella ricerca architettonica contemporanea. Il World Wide Web
Terza Lezione: Informazione e architettura. Comunicazione Marsupiale, Il problema del significato
    
To
              DO:
      PER la prossima lezione
    
Oppure - Il capitolo la liberazione della forma 180-191 Oppure - Il mondo decostruito p 341-365
 -  Pubblica nel tuo blog : n
        commento di circa 1800 caratteri (una cartella uni) che
      si riferisce al materiale che hai letto iniziando con il citare un tratto come incipit tra virgolette CHE DERIVA
        DALL'ARTICOLO O DAL LIBRO CON UNA COMPLETA CITAZIONE
        BIBLIOGRAFICA
      
    
Se vuoi inserisci altro materiale (filmati, foto, link pertinenti)
 
    

 
    
UN LIBRO RECENTE ED ASSOLUTAMENTE STRAORDINARIO SULL'IMPATTO DI
      METAFORA IN ARCHITETTURA E MOLTO RICCO DI ESEMPI è IL SEGUENTE 
      
    
MATTEO
          ZAMBEL
          LI, LA MENTE NEL PROGETTO, DIDA PRESS; FIRENZE 2019
       in free download
    

      Se volete leggete una mia recensione 
      da marzi 05
    
A mo di premssa
Cambio di Paradigma
Rivoluzione Informatica in Architettura
Esisto in quanto rappresento
Esisto in quanto funziono
Esisto in quanto InformoIl problema della " Coscienza " estetica
Il Problema della Crisi e della Modernità
A. Il concetto Marsupiale dell'Informazione
Segui questo Intervento di A.S. (real Time 2 mega)
B. Architettura come Informazione
C. Concetti derivati dalla Pubblicità
D. Il concetto di Modernità
E. La sfida per l'architettura
Figure Retoriche
vedi per elenco e spiegazione wikipedia

per esempio solo riferite a quelle di significazione o Tropi
" metafora
metonimia
sineddoche
antonomasia
iperbole
litote " da wikipediia cit.

Comunicazione Oggettiva

Comunicazione Soggettiva narrativa

Diller e Scofidio Bad press

see >

..



Kiasma Holl .. attenzione Chiasmo é ancora di più! vedi sotto nei commenti!|
      
| Approfondimenti a cura degli Studenti del Docente e degli Amici 
 Saggio 2021: 
 Cosa avremmo potuto avere al posto della sidney Opera House! 
 Andrea ariano ci riorda BAR CODE a OSLO un quartiere che prende il nome dal principio fondativo 
 Mirko Sciarroni 2019 analizza vari tipi di pubblicità 
 http://mirkosciarroni.altervista.org/approfondimenti.html#appr8 
 Enza Iadarola 2017 Adopera i giudizi di Trip advisor per capire quanto diverse siano le interpretazioni "L’ipersoggetività dell’architettura della terza ondata rimette se stessa all’interpretazione dell’individuo che deve interpretarne gli artifici retorici e che non è sempre in grado di coglierne il significato." 
 
 http://enzaiadarola.altervista.org/focuson/comunicazionemarsupiale.html A partire da alcuni fatti "oggettivi" sul controvento. 
 Paola
                      Ruotolo, 2015 Pubblica una straordinaria Immagine 
 Se l'immagine pubblicitaria fosse solo quella di cui sopra, il suo livello di contemporaneità sarebbe altissimo (basta usare le categorie che abbiamo già messo in gioco). Interessante è come è stata effetivamente pubblicata vedi sotto... (per capire la differenza ancora riferirsi ad alcuni passi della lezione) 
 Pubblicità della macchina da scrivere Olivetti "Portatile", illustrazione tratta dalla rivista "L'Illustrazione Italiana" del 1935, pagina XXIX (courtesy e legenda Paola Ruotolo). Una interessante chiave per capire è quanto dice sotto in altro contesto M. Baldissara.. **** Oggi...molto molto di più non è solo la metafora ma la stessa realtà del progetto architettonica che assumemeccanismi e forme Per esempio ved questo progetto ispirato dalle API 
 e Vedi la tesi di Matteo Baldissara su Baldissara Matteo, Biomimetica degli spazi: Sperimentazioni digitali di processi biologici in architettura Tutor: prof. Antonino Saggio Coll. Flaminia A3-biblio TDP - PDF - 
 Se un progetto è informazione allora
                deve generarla a sua volta e c'è una bella differenza
                tra Allusione e Metafora! Questa osservazione è interessante.. Questo è quanto spesso mi riferisco come effetto marsupiale.. non so sé è la parola giusta ma come dire un rivoltare il ragionamento, avvolgerlo dentro-fuori. Il concetto non è per niente banale.. se la driving force è informazione esso deve essere in grado di fornire una chiave interpretativa… eh si AS "L’allusione è infatti un processo monodirezionale e assai specifico: un determinato segno allude (ovvero rimanda, richiama in maniera indiretta) proprio aquel soggetto, a quell’evento in particolare, non offre possibilità interpretative diverse. O si ha la chiave per decifrare il messaggio o lo si perde. La metafora, al contrario, rappresenta per chi la riceve un processo attivo, instaurando un rapporto dialettico tra opera e fruitore. " "Un’ultima caratteristica che, all’avviso di chi
                scrive, un progetto deve possedere per essere
                espressione del paradigma informatico è quella di essere
                generativo: un progetto moderno deve essere in grado non
                solo di rappresentare la nuova struttura del mondo, ma
                di apportarvi modifiche, determinarne sviluppi. In
                particolare, con riferimento alla definizione di
                informazione di A. Saggio, essendo esso stesso
                informazione, un simile progetto deve essere in grado di
                produrne di nuova, o di fornirne una nuova chiave
                interpretativa."  
 Michele Spano IT CAAD 2015 > Scopre che il Chiasma è pure, esso stesso, figura retorica chiudendo così un anello... 
 
 Silvia Primavera IT Caad 2015 > nel suo elaborato commento alla fine scopro che il filosofo Carlo Sini (v), ha letto con interesse Introduzione alla Rivoluzione Informatica in Architettura (in particolare i capitoli sull'interattività) e forse prima anche questi due scritti del 1998 e del 2000 o forse questo su Architectural Design? che avevano anticipato l'impatto. Adesso è presto per parlarne nel corso.. ci si arriva alla fine,,, Federica Tassetti.IT CAAD 2014 "Interessante a questo punto è il messaggio di Heidegger che asserisce che L’architettura è quindi al tempo stesso (ma non primariamente e secondariamente) funzione e simbolo. La funzione ed il simbolo sono in architettura indissolubilmente legati l’uno all’altro. " 
 Mvdr l'architettura letteralmente Informa 
 "Questo modo di fare architettura informando è stato preso alla lettera anche dal gruppo olandese MVRDV con il loro TeleTech call centre. In questo caso hanno sfruttato la tecnologia del QR codes, riproducendoli in facciata, qualsiasi persona in possesso di uno smartphone può scansionare ognuno dei qr codes ed accedere alle informazioni a cui essi rimandano. Essendo questa una tecnologia molto diffusa, " Generare il QR Code Per generare un code come quelllo di sotto andare per esempio a questo sito http://it.qr-code-generator.com 
 GAbriele Stancato IT CAAD2014 
 
 Saggio 2014 Vedi questo antico filmato a proposito A questo proposito forse è proprio la pArte terza del volume Architettura e modernitò la più Adatta? 
 
 
 
 
 3.
                The Birth of Architecture 
 
 
 
 
 
 Ulteriore Salto Mortale è quanto sembra emergere dal discorso di Gabriele Stancato IT CAAD 2014 In questo senso Luigi Moretti, uno dei più interessanti Architetti Italiani, che ha certamente il problema del significato! Lo ricerca anche nella matematica, nell'architettura Parametrica che in questo contesto, di nuovo più che meccanismo è orizzonte anche di senso, orizzonte in cui l'indispensabilità della scienza rientra come grande necessità dell'architettura. In questo non è il magico, non è l'esoterico non è il pitagorico della antica architettura ma qualcosa di nuovo di contempoaraneo 
 Proposto da Michela Falcone Antonino Saggio Ho trovato questa pubblicità Chrronicle ci sfida al volo. Siccome io penso che loro pensano al film di Wenders e sicccccome sembrano SFIDARE me proprio me...mi hanno convinto "io" ci andrò, io sono nel loro Target. Mi hanno convinto perchè sono allusivi a cose anche "mie". 
 
 Valentina Garramone, 2013 Valerio Perna, 2013 Michela Falcone, 2012 Antonio De Rosa, 2012 
 Cita Heidegger Si pensa che un ponte, come prima cosa
                e propriamente, sia semplicemente un ponte. Ma dopo e
                all'occasione opportuna, esso può esprimere ancora molte
                cose. In quanto è una espressione, esso diventa un
                simbolo. Solo che un ponte, quando è un vero ponte, non
                è mai prima un semplice ponte e poi un simbolo. Nè
                d'altronde esso è in prima istanza un semplice simbolo,
                in quanto esprimerebbe qualcosa che a rigore non gli
                appartiene. Se pensato rigorosamente difatti un ponte
                non si mostra mai come espressione. Il ponte è una cosa
                e solamente una cosa". In un'epoca come la nostra in cui la
                concezione funzionalista dello spazio, ovvero della
                derivazione dell'oggetto architettonico e della sua
                forma semplicistacamente dall'analisi delle funzioni di
                programma, non può più rispondere ai bisogni della
                società, abbiamo sempre più necessità di simboli che
                codifichino i nuovi paradigmi scaturiti dalla
                rivoluzione informatica. .... Antonino Saggio Apr
                1, 2012 06:24 AM "Se pensato rigorosamente difatti un ponte non si mostra mai come espressione. Il ponte è una cosa e solamente una cosa". Heidegger 
 Davide Sozzi, 2012 ripensando al fatto che il simbolo forse è importante trova due immagini sul Blu dipinto di blu 
 
 http://openarchbar.blogspot.it/2012/03/reading-la-via-dei-simboli.html 
 Storia della Pubblicità Alfonsi 2011 Chiara mathub busini 
 
 Cristina interdonato Persone vere: Giulia Piana 
 Fabio Sallemi 
 Donatella finelli La pubblicità degli utenti zooppa 
 
 Reinterpretazioni del simbolo 
 Il museo "Nemo" di Renzo Piano ad Amsterdam ha finalmente la sua Dory "loredana
                torraco" <loto@cemig.191.it>  
 Alla fine di
                questo primo giro giro mi sembra si possa avere il
                titolo di cui sopra  On 8-04-2005 15:56, "loredana torraco" <loto@cemig.191.it> wrote: un' altra
                Dory potrebbe essere quella del film della Disney "Alla
                ricerca di Nemo" dove Dory è un pesce chirurgo che
                accompagna Marlin, un pesce pagliaccio, nella ricerca
                del figlio perduto Nemo, anche perchè il museo della
                scienza di Piano è rivolto per lo più ai bambini per il
                modo in cui è stato allestito, il pubblico partecipa
                attivamente alla mostra come se fosse un gioco  Per quanto
                riguarda la dory l'unica cosa che mi veniva in mente è
                che Renzo Piano va spesso in barca a vela, dory è un
                tipo di imbarcazione da pesca (letto su un mio libro di
                modellismo navale)...poi ho trovato questo e tutto si è
                chiarito:  Grazie del
                Commento. Tra l'altro ha fatto bene a ricordarmi
                il  nome.  AS On 2-04-2005
                11:44,  "loredanatorraco@inwind.it"
                <loredanatorraco@inwind.it>  wrote:  "L'informazione
                è il vero  valore aggiunto di qualunque merce." Nel periodo
                che stiamo vivendo ^ la terza ondata  ^ un bene non
                è solo una merce che può essere acquistata o venduta, ma
                è  fortemente legata all' informazione nel senso
                che il perfetto funzionamento  è dato per scontato
                e ciò che lo rende sicuramente piacevole è la sua
                forma,  la sua immagine ma sopratutto la storia che
                racconta.  Il museo
                delle scienze di Amsterdam - Nemo  - di R.Piano, ma
                già presente nell' auditorium di Utzon e nel Guggenheim
                di  Bilbao, il progettista usa delle metafore per
                narrarci qualcosa.  Credo che il
                ritorno alla  simbologia e alla narrazione,
                interrotte durante l'epoca moderna, sia una 
                necessità per noi che viviamo la terza ondata, infatti
                non è più sufficiente  possedere un particolare
                oggetto per distinguerci dalla massa, ma è 
                necessario che questo racconti di noi per farci sentire
                diversi ma  partecipi.  Mattone come un'ape operaia? Giustino Di Cunzolo 2006 <giustinodicunzolo@libero.it>, http://digilander.libero.it/giu_arch6/concept.html Perchè esiste il "mattone"? Se oggi
                dovessimo interpellare un'architettura chiedendo il
                perchè della sua esistenza, essa darebbe per scontato il
                fatto che "rappresenta" così come "funziona", e
                risponderebbe senza dubbio che è "hic et nunc" per
                comunicare. A proposito di Kiasma_chiasma (o chiasmo) Per quel che
                riguarda il discorso avviato in aula sul Kiasma
                Holl_chiasma ottico ho svolto un piccolo approfondimento
                che porto alla sua attenzione. Detto ciò,
                ritornando all'opera di Steven Holl, penso che guardando
                l'ingresso principale, nella foto da lei posta nella
                lezione di ieri e che allego per completezza, si ha
                questa sensazione percettiva di scissione di due parti
                apparentemente diverse, una nella zona monoculare destra
                ed un'altra nella zona monoculare sinistra. Ma
                proseguendo con lo sguardo la visione del volume, si
                intuisce come le due parti, a parità dei nervi ottici,
                effettuino una decussazione parziale o meno in una sorta
                di chiasma. Scusi la
                prolissità ma mi sembrava necessario effettuare queste
                varie ipotesi. 
 
 A dice "usami", B dice "guardami"! Agnese Canziani 2006 <agnesecanziani_55@hotmail.com> Potendo dare un'interpretazione differente ai "dati" del suo articolo, riassumerei brevemente la mia posizione in questo modo: il primo dato A è il Guggenheim di Bilbao e l' altro è il Museo della Scienza di Piano. Il Museo di Gehry è di sicuro diventato "il simbolo" o uno dei simboli di Bilbao e forse della nazione intera, l' altro è un edificio simbolo della funzione che si svolge all'interno ed interpretazione figurativa del paesaggio circostante. L'edificio di Renzo Pianzo mi sembra più vicino all'architettura di Saarinen mentre Gehry si può benissimo paragonare alla Sidney Opera House. Da una parte il "simbolismo" nell'architettura, attraverso una comunicazione veloce immediata e figurativa delle funzioni dell'architettura stessa - mi vengono in mente i chioschetti che vendono il "bratwurst" in Germania che attirano l'attenzione con il gigantesco wurstel in 3d posizionato sul tetto; dall'altra l'architettura rappresentativa e metaforica che diventa monumento. A questo si affiancano due tipi di comunicazione: per il tema A una comunicazione più oggettiva e pubblicitaria (l'edificio di Saarinen a forma di uccello è un un Terminal aereoportuale) per il tema B una comunicazione astratta, probabilmente soggettiva ma tutto sommato tale da rendere il messaggio universale, tanto solenne e rappresentativa quanto la casa del Fascio di Terragni, il Museo di Libeskind, o il Denkmal per l'olocausto di Eisenman a Berlino. La differenza che mi interessa studiare fra i due tipi di architettura è l'influenza che esercitano sullo spazio circostante: " [...]E la gente vive tutto lo spazio pubblico, ci va di giorno e di notte, genitori con bambini, turisti, vecchi operai con il basco e teenager con i pattini. Insomma la sua architettura forma e conforma l'ambiente come la cattedrale gotica che intesseva attività e formava con le sue diverse strutture la piazza principale, quella adiacente del mercato, gli edifici, le zone per le manifestazioni e gli eventi " probabilmente è ciò che rende il Guggenheim simbolo della città in quanto vissuto, utilzzato dai suoi abitanti; come Piano con il Beaubourg a Parigi, Gehry ha fatto di uno "spazio" un "luogo" ed è questo a mio avviso il fine ultimo dell'architettura, essere sì un polo, un miglioramento estetico-funzionale-formale di una città ma essere soprattutto utilizzato e vissuto in maniera soggettiva, "l'individuo" rende un'esercizio di stile e di presunzione in opera architettonica...aneddoto: a Berlino con grande sorpresa ho scoperto che la Neue Nationale Galerie di Mies van der Rohe non piace, ma con altrettanta sorpresa quando sono andata a visitarla, lo spazio esterno veniva utilizzato da skaters e da un gruppo di ragazzi per una performance di danza! In questo senso credo Il Guggenheim di Gehry assomigli di più al Beaubourg che al museo-nave di Piano entrambi comunicano al pubblico nello stesso modo, o per meglio dire si offrono ad interpretazioni soggettive...A dice "usami", B dice "guardami"! 
 I
                  muri della Villa Savoye condizionano lo sguardo: i
                  percorsi del museo ebraico di Libeskind condizionano
                  le percezioni  La Storia Australiana On 21-03-2005 16:10, "Francesco Becherucci" <malpathika@katamail.com> wrote: Seguendo il
                programma "La storia siamo noi", produzione Rai
                educational, direttore Giovanni Minoli, in onda questa
                mattina su Rai3, ho potuto verificare, in maniera
                assolutamente casuale, come ci possa essere un ulteriore
                fattore che portò Utzon alla costruzione della Sidney
                Opera House. Un fattore propriamente storico- politico,
                che forse si allaccia all'ultimo fattore da lei
                indicato, quello in cui si vedeva Utzon come architetto
                "interessato all'uomo nelle sue diverse manifestazioni
                sociali".  Simboli liberati Antonino di
                Raimo 04 ....I nuovi
                paesaggi dunque, dove questi individui passano le
                proprie vite, appaiono sempre di più popolati da oggetti
                architettonici di cui oltre a sottolinearne la novità,
                impressiona sempre di più la carica simbolica e quindi
                comunicativa.  Città narrante Michele Lisena 03 Vorrei fare, in merito alla terza lezione su "Informazione e Architettura", una breve considerazione. Stando a quanto da lei detto "essere macchina funzionante è il valore fondamentale dell'architettura moderna". Credo che, nell'architettura moderna, fondamentale sia anche giustapporre "L' Architettura macchina" all'interno della "Città macchina". La "Città macchina", come "L'architettura macchina", deve funzionare. Le parti della stessa devono oggettivamente essere un "totale"di parti collaboranti. L'architettura contemporanea invece "informa", "comunica", "esprime", "narra" ed è, a mio avviso, in qualche modo soggettiva. All'interno della città "narrante" l'architettura è, credo, parte "comunicante" e non "collaborante". Da ciò ritengo che scaturisca una città "somma" di parti e non "totale" di parti che esige una contestualizzazione dell'architettura non più oggettiva ma soggettiva. La
                  torre dei servizi: oggetto di architettura o prodotto
                  informatico?  Alessia Veneziani 03 
 Tralasciando
                le disquisizioni filosofiche su tale rapporto complesso
                per rimanere nel campo della comunicazione per immagini,
                più squisitamente attuale, mi è sembrato simpatico
                condividere questa immagine. Sfogliando una rivista di
                architettura ho girato distrattamente la pagina perché
                sembrava una semplice pubblicità, con ogni probabilità,
                di tecniche edilizie, applicazioni per costruzioni
                civili in cemento armato, solo successivamente ho capito
                trattarsi di un oggetto più propriamente informatico.
                EMC2 Centriplex, server a tecnologia Raid  "Un'arca solitaria in un paesaggio postindustriale a ricordo di un salvataggio biblico che traghettò l'arca in un mondo nuovo" 
 
 ISSEY MIYAKE: LA FORMA DI UN ' IDEA On 23-03-2003
                22:51, "luca biagini" <lucabgn@virgilio.it> wrote:
                 
 IL CLIENTE
                PARTECIPA ALLA CREAZIONE DI UN ABITO A SUA  MISURA
                 E' LA
                METAFORA DEL SISTEMA INVENTATO DA MIYAKE PER RINNOVARE
                RADICALMENTE IL MODO DI FARE  ABITI  L'AMBIENTE E'
                UN CORPO SENZA PELLE CHE MOSTRA IL RETICOLO DEL SUO
                SISTEMA NERVOSO  SOGGETTO -
                INFORMAZIONE  
 Dimensione
                  Cognitiva  Ciò che sta alla base è la rivoluzione linguistica che ha trasformato inevitabilmente il lessico figurativo dell'architettura, come quello di ogni altra arte; questa rivoluzione è prodotta dalla crisi ?copernicana? che ha investito ogni campo della comunicazione, a partire dallo stravolgimento operato dall'Informatica. "Crisi" ( come ha precisato De Kerckhove) ?deriva dal greco antico e significa valutare, giudicare o decidere. [...] Di fronte ad una crisi, molte persone perdono tempo a guardare il vecchio ordine che crolla [...], ma in tempi critici occorre giudizio critico per capire che la storia è quella che sta inziando?. Lo consideriamo noi stessi quando ci soffermiamo a valutare quanto è accaduto anche sol o nell?ultimo decennio, e in uno sguardo più ampio, durante l?arco di tempo che ci porta dal Beaubourg al Museo Guggenheim di Bilbao. La deflagrazione finale di una rivoluzione iniziata lentamente negli anni attraverso l?avvento dei primi computers e che ha subìto un?accelerazione esponenziale con il world wide web, è l?acme necessario ed inevitabile di un processo che interessa la struttura della società, se non addirittura la stessa struttura mentale dell? uomo: così come l?immaginazione è performante rispetto ai media, così i media lo sono rispetto a nuovi modi di pensare e di comunicare. Da qui la connessione di valori estetici e funzionali, non più alla ricerca di una gerarchia ordinata, ma in quanto elementi di una fitta rete che collegano in modo complesso l?osservatore e l?oggetto osservato. Il World Wide
                Web in modo particolare, attraverso la possibilità di
                operare trasformazioni nel reale tramite strumenti
                incorporei, diventa simbolo di questa rivoluzione:
                l?automobilista contemporaneo crea quindi la propria
                Smart; forse ^  in futuro prossimo - anche il
                proprio spazio.  Interessante, a mio parere, il contributo di Purini contenuto in "Spazi e maschere" (a cura di Umberto Cao e Stefano Catucci, Meltemi editore, 2001) il quale afferma: "Negli ultimi anni il processo fin qui sommariamente esposto ( dal corpo organico all? edificio nell?età degli immateriali ) ha vissuto una fase ulteriore e in un certo senso estrema. La rete, insieme realtà telematica e metafora della sua stessa estensione, è diventata modello mentale attraverso il quale pensare il reale. La città diffusa è in sostanza un effetto conoscitivo della rete più che una realtà territoriale, così come è reticolare oggi l?idea dello spazio urbano in quanto moltiplicazione inarrestabile di sinapsi comunicative ." In questo
                contesto  l?architetto, liberato da regole
                gerarchicamente ordinate, si riappropria di ogni
                strumento retorico e lessicale, occupando il territorio
                di uno spazio nuovamente  affabulatorio e sensuale,
                senz? altro corrispondente alla 'generazione della
                rete'.  Architettura
                  che si fa grafica  
 L'architettura come simbolo.Cambia il concetto di "funzionalità" dell'architettura. Link Nel'architettura
                passata (anche se non da molto) per funzionalità
                architettonica si intendava il perfetto adempimento di
                ogni spazio progettato.  E se pensassimo alla differenza nello stirare una camicia?LA STIRATURA E LE NUOVE PIEGHE DELLA MENTE Alessandra Cicotti 02 
 La stiratura può essere vista come metafora dei cambiamenti antropologici della nostra società.???? Rispolverando
                le stanze della memoria mi sono ricordata di questa
                installazione datata 1993 ad opera degli architetti Liz
                Diller e Ricardo Scofidio.  Bad Press prende in esame la stiratura, un'attività domestica ancora guidata da principi di economia del movimento progettata da ingegneri dell'efficienza a cavallo del secolo. Nello stirare una camicia, ad esempio, con uno sforzo minimo è possibile ridarle forma trasformandola in un'unità bidimensionale e ripetitiva che occuperà uno spazio ridotto. Lo schema standardizzato della stiratura "disciplina" sempre la camicia dandole forma piatta e rettangolare che trova il proprio posto all'interno di sistemi ortogonali di esposizione degli oggetti: gli imballaggi, i display espositivi, i cassetti del comò, gli scaffali degli armadi o le valigie. Una volta che l'indumento sarà indossato porterà su di se i segni della logica ortogonale dell'efficienza. Le pieghe
                parallele, gli angoli retti di una camicia pulita e
                stirata sono diventati emblemi ricercati di
                raffinatezza.  Forse gli effetti della stiratura diventerebbero rappresentazione dell'era postindustriale e l'immagine del funzionale si tradurrebbe in dis-funzionale. 
 Una pubblixità per la quale ho sviluppato una immediata repulsione 
 Optional se vi diverte... 
 Fate cinque domande a piacere su tutti gli argomenti fatti a lezione fino ad adesso. 
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