Graduation Thesis/Tesi di Laurea

 

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Antonino Saggio I Quaderni

Sapienza, Università di Roma, Facoltà di Architettura

 

Questo progetto fa parte della ricerca della Cattedra di Antonino Saggio
iniziata nel febbraio del 2023



 TTLine
   
     Vuoti urbani e nuova linea 2 tra piazzale Flaminio e piazza Mancini Roma



IL LIBRO CHE CONTIENE QUESTO PROGETTO E
'In corso di redazione


Area 3

Scalo de pinedo

 :

Meta’s (R)Home
 
L’emergenza idrica come occasione progettuale

Roberta Recchia

AA 23-24 T
Tesi discussa l'11 dicembre 2024
Relatore Antonino Saggio
Co relatore Gaetano de Francesco

Presentazione
Intera tesi in pdf
Brochure


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Il progetto Meta’s (R)Home affronta il tema dell’emergenza idrica trasformandolo in occasione progettuale, attraverso la realizzazione di un edificio per uffici lungo il Tevere, nell’area dello Scalo De Pinedo. La proposta coniuga strategie architettoniche, ambientali e paesaggistiche per costruire un’architettura capace di convivere con le piene fluviali, anziché contrastarle.

L’intervento adotta soluzioni idriche passive come blueways, cisterne ipogee, bacini di raccolta pubblici multifunzionali (Water Park) e pannelli mobili contro le esondazioni. Il progetto si fonda su una visione integrata tra spazio pubblico, infrastruttura ecologica e memoria storica, recuperando elementi simbolici della tradizione romana ed etrusca, come i sampietrini e le “coppelle” scolpite nei muraglioni.

Attraverso la valorizzazione della permeabilità del suolo, la gestione intelligente dell’acqua e una sensibile scelta vegetale, l’edificio si configura come una promenade fluviale che restituisce al fiume le sue sponde e alla città una nuova relazione con l’acqua.


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Meta’s (R)Home

L’emergenza idrica come occasione progettuale

Il progetto affronta il tema dell’emergenza idrica attraverso la proposta di un edificio per uffici destinato all’azienda Meta, localizzato lungo il fiume Tevere, nell’area III della TTLINE.

Il sito di intervento coincide con lo Scalo De Pinedo, ex porto fluviale sorto alla fine del XIX secolo in sostituzione del Porto di Ripetta, demolito per la realizzazione dei muraglioni arginali. Il nuovo scalo, costruito poco più a monte, riprese il disegno barocco di Alessandro Specchi. Con la riconversione urbanistica del 1909 da zona artigianale-industriale a residenziale, lo scalo fu dismesso e progressivamente abbandonato. Nel 1926 venne intitolato all’aviatore Francesco De Pinedo, protagonista di una storica trasvolata conclusasi simbolicamente proprio di fronte allo scalo. Dal secondo dopoguerra l’area versò in uno stato di incuria, segnato anche dalla costruzione, nel 1974, di una stele in memoria di Giacomo Matteotti.

Il progetto propone strategie passive per la gestione dell’acqua, concepite per accogliere le esondazioni del Tevere e restituire ideologicamente al fiume le proprie sponde. La banchina viene resa completamente permeabile e predisposta per lo stoccaggio delle acque alluvionali, da riutilizzare nei periodi di siccità. L’intera architettura è pensata per convivere con l’acqua, accogliendola anziché respingerla.

Strategie idriche adottate

  1. Blueways
    Aree umide dotate di un sistema di filtraggio naturale, realizzate mediante bucature nella pavimentazione permeabile. Si tratta di impluvi artificiali integrati con sedute e vegetazione fitodepurante. L’acqua viene convogliata in canalizzazioni verso una cisterna ipogea con una capacità di circa 25.000 m³.

  2. Water Park
    Strategia centrale del progetto, consiste in spazi pubblici a quote ribassate che, in caso di piena, si trasformano in bacini di raccolta. Due principali invasi – l’Arena (-3,00 m) e lo Skate Park (-2,00 m) – sono collocati al piano terra. Il sistema è utilizzabile come area ludico-ricreativa per circa il 95% del tempo, quando il livello idrico resta entro la soglia dei 7 m. Per il restante 5%, si configura come infrastruttura idraulica capace di drenare, filtrare, immagazzinare e restituire l’acqua in caso di necessità.

  3. Zona protetta da pannelli mobili
    Una porzione dell’edificio è difesa da pannelli amovibili meccanizzati, che consentono la fruizione anche durante piene ordinarie e straordinarie (fino a 13–16 m). L’accesso avviene tramite due percorsi: uno in copertura, aperto al pubblico, e uno secondario interno, riservato agli utenti degli uffici.

Scelte botaniche e paesaggistiche

La vegetazione è stata selezionata con particolare attenzione al microclima fluviale. Sono stati scelti alberi caducifogli per ridurre l’umidità ambientale, già naturalmente elevata. Arbusti come mandorli e ciliegi, disposti ritmicamente, garantiscono varietà cromatica stagionale. In copertura sono state utilizzate graminacee ed erbacee perenni, a bassa manutenzione e adatte al clima mediterraneo.

Promenade fluviale e riferimenti storico-tradizionali

L’edificio è concepito come una promenade affacciata sul fiume, uno spazio aperto che reinterpreta la tradizione attraverso elementi materici e simbolici. La pavimentazione in sampietrini – adottata sia al piano terra sia in copertura – richiama la storica superficie della banchina, oggi in parte sostituita da materiali non permeabili.

Altri riferimenti storici emergono nella reinterpretazione delle “coppelle”, nicchie presenti sul muraglione adiacente, ispirate alle vie cave etrusche. Tali elementi, in chiave contemporanea, raccolgono l’acqua piovana e la convogliano nella cisterna ipogea. Le vie cave, profonde fenditure nel tufo risalenti al VII secolo a.C., servivano anche da canali di drenaggio: la tradizione secondo cui permettessero ai defunti di abbeverarsi viene qui evocata poeticamente, attraverso dispositivi plastici integrati nel sistema di raccolta.



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il progetto è limitrofo a quelli pubblicati nel libro

TEVERE CAVO

a cura di Antonino Saggio Gaetano De Francesco


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